giovedì 28 agosto 2014

Fare il Portoghese o fare l’Italiano? Una gran confusione



Da quando scrivo un blog questo post mi si è avvicinato diverse volte, voglioso di essere scritto, paladino di giustizia e amante della verità, ma io l’ho sempre snobbato, troppo banale, ma ad un certo punto bisogna pur dire le cose come stanno, anche se sarà una dura verità per tutti!!!

Se un giorno venisse a rapirmi un alieno e mi direbbe: “Ciao piccolo essere umano, adesso ti porto in un pianeta sconosciuto e ti cancello tutti i ricordi di Lisbona, puoi tenerne  solo uno, scegli! …e muoviti che non abbiamo tempo da perdere!”

Per prima cosa cercherei di corromperlo con una Imperial (magari funziona!!!) ma in merito al ricordo non avrei dubbi, terrei tutti i miei viaggi sul Tram 28 … appeso  fuori alla porta sul retro.



Fare un viaggio sul 28, da fuori, è una delle esperienze più belle che si possano fare a Lisbona e che pochi hanno la voglia e la sicurezza di fare, soprattutto quando si è stranieri.

Si può fare?”, “Se arriva la polizia?” tutte domante lecite che anche io mi porrei se fossi in una città che non conosco, ma siccome Lisbona la conosco…

LEGGI ANCHE: Elettrici e Elevatori – Il Tram 28

Confesso, sono uno di quelli che i turisti guardano male (soprattutto gli Italiani), tutti pensano che sono uno scroccone, che sono appeso fuori dal tram per non pagare il biglietto senza sapere che in tasca ho un abbonamento e sul tram ci posso salire come e quando voglio.



Ma chi sul 28 così non c’è mai salito, non può capire com’è. Una giostra su un percorso lunghissimo e spettacolare, lo sferragliamento delle rotaie, il legno poco stabile della presa, le salite e le discese, i restringimenti con le pareti ad un centimetro dallo zaino e tu appiattito sulla porta con il trattenendo il fiato, altro che andare a vedere i pesci all’Oceanario!!!

Quando si decide di optare per questo tipo di viaggio, la cosa che mi piace diverte di più è ascoltare i commenti delle persone che sono dentro. A volte divertiti cominciano a scattare foto oppure a farmi smorfie, altri commentano (spesso sono stranieri e quindi non capisco), tutti pensano che da fuori non si senta, invece si sente e si vede tutto, ma il trucco è far finta di niente e guardare impavido avanti la strada correre.

Inutile dire che i miei preferiti sono gli Italiani, preferiti perché li capisco meglio sia quando parlano che quando mi guardano incuriositi e basta, probabilmente tutti i turisti dicono le stesse cose, ma un Cinese vallo a capire.



Potrei suddividere gli Italiani osservatori in diverse categorie, ma le più comuni sono 3:

1)      Il Tecnico: è quello che osserva interessato il modo, la tecnica usata per viaggiare con questo sistema.
Il tipo che deve dare una spiegazione razionale a qualsiasi cosa e dopo un’attenta osservazione coinvolge gli altri elementi del suo gruppo mettendoli a conoscenza della sua analisi. “Vedi, con la punta delle dita … poi quando si arriva alla fermata allora … guarda come controlla”, questo tipo di commentatore solitamente è neutro, non giudica, si appassiona al gesto, dopo che lo ha capito perde attenzione e si orienta ad altro.

2)      L’Invidioso (un’invidia positiva chiaramente per carità): solitamente giovane ma non troppo, mi osserva con la coda dell’occhio e pensa: “Noooo, che figata!!! Vorrei farlo anche io, ma come faccio?”.

Vorrebbero farlo, lo vedi lì che pensa che potrebbe postarlo su facebook, fare le foto e metterle su instagram (si scrive così?), potrebbe raccontarlo a tutti, una cosa che nessuno dei suoi amici ha mai fatto a Lisbona. Tante possibilità, ma purtroppo…

3)      Il Critico: il mio acerrimo nemico!! Ogni tanto quando scende lo becco e gliene canto quattro, altrochè!

Quelli che “il rispetto delle regole prima di tutto!”, “farabutto, dovresti pagare il biglietto come tutti!”.
Il critico è quello che, quando mi vede appeso fuori dal 28, non si lascia scappare l’occasione per attaccare il monologo più pesante della storia sul fatto che “per forza il Portogallo è in bancarotta”, “…e la Polizia non fa niente contro questi delinquenti”, odiosi.

Il Critico, che è anche uno che ne sa a pacchi, ad un certo punto tira fuori il suo millesimo luogo comune: “… ed è per questo motivo che si dice: fare il Portoghese, perché non pagano il biglietto!”, ma quante ne sa il mio genietto???

Statisticamente il Critico proviene sempre dalle stesse regioni d’Italia (ormai sono un esperto), ma scriverlo sarebbe una generalizzazione regionale e io generalmente, in generale, preferisco non generalizzare, Generale!



STOP

Il post che avevo in mente doveva cominciare ora, diciamo che tutta la parte scritta fino ad ora è una lunga prefazione, io volevo solo raccontare perché si dice “Fare il Portoghese”, ma è andata così.

ALT

Dai che prima o poi lo concludo questo post.

Volevo aggiungere che prossimamente scriverò un post/tutorial, come quelli che si trovano su Youtube, dal titolo: come attaccarsi al Tram, Il manuale!

CI SIAMO

In Italia il detto “Fare il Portoghese” non è molto comune, però è conosciuto da molti.
Ormai siamo tutti onesti e civili cittadini (non come in Portogallo), il biglietto lo facciamo tutti e questo modo di dire sta cadendo in disuso per mancanza di “Portoghesi”.

Comunque, per chi non lo conoscesse, “fare il Portoghese” si usa comunemente per chi utilizza un mezzo (o un servizio) senza pagare, ad esempio chi prende un 28 e decide di non pagare il biglietto.

Con la presente vorrei provare a spiegare da dove viene questo detto, facendo una premessa necessaria, l’origine non è certa! … ma molto probabilmente è andata così.



Leggenda vuole che il termine nasca in Italia (infatti in Portoghese non esiste) nel XVIII, a quei tempi il Portogallo non era commissariato dalla Banca Centrale Europea ma era uno dei paesi più ricchi al mondo, soprattutto grazie alle colonie in giro per il mondo.

A quei tempi lo stato Portoghese e lo Stato Pontificio erano in ottimi rapporti, feste sontuose e grandi banchetti venivano organizzati per coadiuvare le pubbliche relazioni tra i due popoli (mettiamola così).
Una di queste feste, nei pressi di Piazza Argentina, venne organizzata in onore della comunità Portoghese residente a Roma, l’ingresso alla festa era esclusivo e molto selettivo, per entrare bisognava presentarsi e dichiararsi Portoghese.

Ovviamente potrei finire qui il post visto che il finale è scontato, quanti secondi hanno impiegato i Romani a capire come funzionava il giochino e intrufolarsi alla festa?

Legenda dice che in quella notte tantissimi Romani cominciarono a dichiararsi Portoghesi, entrarono alla festa, mangiarono e danzarono e vissero tutti felici e contenti.

Copyright fotografico: www.fabiosalvo.net

Prima pubblicazione 4 Settembre 2013

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