giovedì 28 agosto 2014

Lasciare l’Italia e trasferirsi a Lisbona. Sicuri?


Da qualche mese mi sento Maria De Filippi, dovrei cambiare il nome del blog da “Vivere Lisbona” a “Scappo dall’Italia per venire a Vivere a Lisbona, il tuo consulente personale su consigli, indicazioni, regole per abbandonare il tuo paese e andare a vivere nella capitale Portoghese”.

Lisbona da qualche anno ormai si è creata questa aureola di fascino grazie alla quale, molti stranieri, l’hanno puntata come luogo perfetto dove emigrare per progetti  e periodi più o meno lunghi, con idee più o meno chiare.

Gli Italiani, tra gli stranieri che vivono a Lisbona, sono sempre stati tantissimi, il clima, le abitudini, la qualità del cibo, la bellezza delle città, rendono davvero il Portogallo molto simile all’Italia e forse per questo, molti Italiani, la preferiscono a posti con una differenza più forte come l’Inghilterra, la Germania o altri posti più “noridici”. Per fortuna molto simile ma non proprio uguale.



Il fenomeno dell’emigrazione per gli Italiani non è una cosa nuova, lo abbiamo nel sangue, è normale, per molti quasi scontato. Siamo un popolo che per storia si è sempre spostato “occupando” posti in altre nazioni,  portando da un’altra parte la nostra parte migliore e prendendo in cambio tanto altro dai paesi ospitanti.

Faccio una parentesi politica.

Mi vergogno da Italiano quando vedo il modo in cui viene trattato il nuovo ministro per l’integrazione Cécile Kyenge. 
Vivo da 3 anni in Portogallo, un posto che dagli Italiani viene considerato quasi di serie B per la condizione economica che il paese in questo momento attraversa, ma in questo paese di serie B questi argomenti vengono visti come grotteschi, siamo un grande popolo che si rende ridicolo al mondo. Le bassezze e la pochezza umana che alcuni Italiani stanno dimostrando in queste settimane sono inqualificabili, fino a quando l’Italia non supererà retaggi culturali come questo, fondati sull’ignoranza, non sarà mai un grande paese.

Fine della parentesi.

Divago come sempre, torno al mio post.

Da qualche mese ricevo tantissime mail da parte di lettori del blog che vogliono lasciare l’Italia e mi chiedono consigli su come fare e cosa venire a fare a Lisbona.



Dell’argomento lavoro avevo già scritto in uno dei miei primissimi post

LEGGI ANCHE: Ma a Lisbona c’è lavoro?

Dopo qualche tempo avevo scritto anche qualcosa su come trovare una casa


LEGGI ANCHE: Venire a vivere a Lisbona. Come trovare casa

E’ strano per me dover dare suggerimenti per chi, spesso, è in cerca di un sogno.

Sembra come che chi mi scrive abbia solo bisogno di conferme. Le domande spesso sono retoriche e in alcuni casi non ci sono risposte, se ne può parlare per ore ma alcune cose bisogna solo farle, non c’è niente da dire o da ragionare, bisogna smettere di pensare e cominciare a muoversi.

Decidere di cambiare città, significa decidere di voler cambiare vita, di sicuro si trova una vita nuova pronta as aspettarci, fatta di posti nuovi, gente diversa, ritmi e abitudini differenti.

Tutto è stimolante e coinvolgente ma come è vero che di sicuro si trova una nova vita così è altrettanto certo che la “vecchia” vita si lascia da parte, non c’è più, almeno per un po’.

In uno di questi post scrissi “Una cosa che dico sempre è che Lisbona, decidere di vivere a Lisbona, è come essere innamorati, non si decide di vivere qui per soldi ma per amore. “ è una frase forse scontata e probabilmente anche un po’ banale, ma io ci credo e fondamentalmente credo sia davvero così.

Lisbona è una città accogliente, facile da vivere, conoscere amici nuovi è molto facile ma per la legge della compensazione tante cose non funzionano, trovare un buon lavoro è possibile ma complicato, molte cose rispetto all’Italia funzionano peggio, è tanto stimolante e divertente quanto a volte difficile e scoraggiante.

Informarsi se c’è lavoro, su cosa si mangia, quanto costa una casa, se c’è caldo o c’è freddo, se si parla l’Italiano, il Polacco o l’Inglese di sicuro serve, è importante, ma mi chiedo…quanto una di queste cose ci fa decidere, quanto una lingua o il clima ci può ostacolare in una scelta di questo tipo?

Se pensiamo che una lingua possa paralizzare un’idea di questo tipo allora, secondo me, si fa bene a stare a casa, un progetto del genere è destinato a naufragare velocemente, se invece queste cose vengono solo viste come dettagli pratici di un quadro molto più grande allora siamo sulla strada giusta, non bisogna nemmeno pensarci, occorre solo fare i bagagli.

Se la cosa funziona oppure no, non dipende da Lisbona…


Prima pubblicazione 9 Maggio 2013 

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