giovedì 21 agosto 2014

Ma a Lisbona c’è lavoro?

Comincio questo post con una premessa ovvia ma, visto che diverse volte è stato argomento di dibattito tra gli italiani a Lisbona, è doveroso farla.

Ecco la premessa: racconto in questo blog il mio punto di vista, costruito secondo le mie impressioni, le persone che mi circondano, le possibilità che vedo e, secondo me soprattutto, il mio approccio alla città.

Premessa fatta, possiamo cominciare.

Spesso incontro in giro per la città scorribande di turisti Italiani, tutti con gli occhi brillanti, ammaliati dallo splendore di Lisbona e tutti, dopo qualche battuta di rito tipo "tu da dove vieni", "da quanto vivi qua", ecc ecc mi porgono in ordine sempre le stesse domande:

1) Mi sapresti consigliare un posto qua vicino dove andare a mangiare? Ma bene peró!

2) Ma a Lisbona, c’è lavoro?

Una volta, in Inghilterra, una signora mi disse che gli italiani sono simpatici ma sono anche noiosi, parlano sempre di cibo.

Non divago, mi interessa parlare del punto 2), il lavoro a Lisbona.

Mi piace sempre vedere nei viaggiatori la voglia e la presa in considerazione del possibile trasferimento, dello stravoglimento. Riconosco spesso, in chi mi pone una domanda del genere, l’adrenalina di chi ci pensa davvero, “mollo tutto in Italia e vengo a vivere qua”, un lampo di follia. 

Poi appena il portellone dell’aereo si apre e si torna in Italia, la lista dei problemi che comporta la cosa, è venuta a prenderci in aereoporto e quindi il sogno torna tale. 
Per fortuna però non è sempre così, non per tutti.


Forse ho diritto ad una nuova premessa altrimenti rischio di non dare peso alle fonti, vivo e lavoro a Lisbona da Settembre del 2010.

Il mondo del lavoro in Portogallo non è facile, Lisbona secondo me è in movimento, il resto del Portogallo è (credo) in condizioni disastrose, centri piccolissimi, lontani da tutto, abitati da anziani, sembrano destinati all’estinzione, ma Lisbona per fortuna si muove in maniera diversa.

La globalizzazione e la velocità di crescita delle strutture informatiche permette di poter delocalizzare qualsiasi cosa. Ormai in Italia siamo esperti, il lavoro si porta dove costa meno e dove è facile trovare mano d’opera decente e velocemente.

Lisbona negli ultimi anni è diventata la capitale dei Call Center, ci sono decine e decine di Help Desk telefonici sparsi per la città, dai “meno qualificati” che provano a venderti per telefono il contratto della corrente elettrica a quelli più strutturati di supporto tecnico\informatico evoluto.

Le multinazionali costruiscono a Lisbona dei Contact Center …mmm... no, non è così. 

Le multinazionali si appoggiano a Lisbona a dei Contact Center (quindi terzi) che si strutturano in modo da poter gestire e garantire il supporto telefonico per i loro clienti e per i clienti dei loro clienti di mezza Europa.

L’Italia è un mercato importante e quindi ci sono a Lisbona decine di call center che fanno supporto a clienti che si trovano fisicamente in Italia.

Un italiano che vuole fare un’esperienza in Portogallo, che non conosce il portoghese, trova lavoro in un posto del genere in un giorno (giuro che é vero!).

Sulla qualità del lavoro non mi esprimo, ci sono posti decenti e posti meno, quello che però trovo interessante è la possibilità di andare in uno stato straniero e di riuscire a trovare un lavoro, con un contratto, nel giro di pochissimi giorni.

Ovviamente arriva la seconda domanda…e i soldi???

I miliardi non si fanno, ma se uno vuole fare un’esperienza oppure considera la cosa come un primo aggancio, il giochino funziona. Parlando in euro, considerando che il costo della vita a Lisbona è più basso che in Italia, uno stipendio per un lavoro del genere varia tra i 700 e i 1000 eurini, in alcuni casi anche di più se si accetta di lavorare su turni, la domenica, ecc ecc.

Oltre al mondo dei call center, c’è tutto il resto.

La situazione è abbastanza complessa come ovunque in questo momento, il Portogallo non è un posto ricco, gli stipendi sono più bassi rispetto all’Italia, quindi se uno pensa di venire a Lisbona per arricchirsi…forse si ma non con un progetto a breve termine. 

Trovare un lavoro come impiegato in un’impresa non è facile se non si conosce bene la lingua e se non si è inseriti nella mentalità portoghese. I portoghesi cercano, come in Italia, di aiutarsi tra loro, quindi inserirsi da straniero diventa un po’ complicato, spesso si parte un po’ svantaggiati ma non sempre.










Una cosa che funziona è la libera impresa, gruppi di ragazzi si mettono insieme con l’idea giusta e trovano spazio, in particolare se l’area di interessa coinvolge i turisti o la creatività. Lisbona continua a vedere incrementare di anno in anno il numero di visitatori e quindi riuscire a mettere su un bnb o un ristorante porta riscontro certo, chiaramente bisogna lavorare tanto e impegnarsi se no non funziona.

Il Portogallo ha una burocrazia molto più semplice rispetto che in Italia, l’apertura di una partita iva si fa in 10 minuti, la quantità di permessi necessari è più bassa e in linea di massima lo stato non viene visto come uno scoglio inaffrontabile quando si tratta di cose di questo tipo. Gli uffici pubblici a volte sono come il famoso cartone animato di Asterix, rimpallati da un ufficio all’altro, ma di solito c’è cortesia e i portoghesi parlano quasi tutti Inglese in modo decente.

In questo momento credo che Lisbona sia un buon posto dove investire, è una città dinamica e giovane, sicuramente frenata dalla situazione economica ma con tanta voglia di muoversi e tanta energia. Il fatto che sia una capitale (con tutto ciò che ne comporta) attira comunque l’attenzione sia di imprese estere che di turisti che sfruttano il “cambio” favorevole per visitare la città.

Una cosa che dico sempre è che Lisbona, decidere di vivere a Lisbona, è come essere innamorati, non si decide di vivere qui per soldi ma per amore.


Prima pubblicazione 8 Ottobre 2012

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